Discorso di Rocky al figlio

Lamentarsi non è un superpotere: smettiamola di deresponsabilizzarci!

Ah, lamentarsi. Il passatempo preferito di milioni di persone in tutto il mondo. Non servono attrezzature costose, non richiede competenze specifiche ed è accessibile a chiunque, in qualsiasi momento della giornata. Il problema? Non risolve assolutamente nulla.

Quante volte ci ritroviamo a dire frasi come:

“Eh, ma in questo Paese non funziona niente!”

“Tanto sono sempre i soliti raccomandati a farcela!”

“Non è colpa mia se sono in ritardo, il traffico era impossibile!”


Sì, certo. Il problema è sempre qualcun altro: il governo, il capo, il vicino di casa, il cane del vicino di casa… chiunque tranne noi. Il che è molto comodo, perché ci esonera dall’affrontare un’amara verità: spesso siamo i primi responsabili delle nostre difficoltà.

L’illusione della lamentela produttiva

Attenzione, perché qui c’è un tranello subdolo. Molti pensano che lamentarsi equivalga a “prendere posizione” su un problema. Ma in realtà, il lamento è una specie di “attività placebo”: ci dà l’illusione di aver fatto qualcosa, quando in realtà non abbiamo mosso un dito. È un po’ come mettere il GPS senza mai accendere il motore: ti senti pronto a partire, ma rimani sempre fermo.

E poi, vogliamo parlare di quelli che si lamentano dei problemi senza mai cercare soluzioni? Gente che passa ore a discutere su quanto sia sbagliato il mondo, ma che alla fine non cambierebbe nemmeno il telecomando di mano se il canale non gli piace.

Il grande sport della deresponsabilizzazione

Deresponsabilizzarsi è l’arte di dare la colpa agli altri per tutto. Il che è fantastico, se il tuo obiettivo è rimanere sempre fermo nello stesso punto. Se invece vuoi ottenere qualcosa, è una strategia pessima.

Prendiamo un esempio classico: il lavoro.

Versione della persona che si deresponsabilizza: “Non mi hanno assunto perché il mercato è ingiusto!”

Versione della persona che agisce: “Non mi hanno assunto, quindi aggiorno il curriculum e cerco altre opportunità.”


O ancora, la classica lamentela sulla forma fisica:

“Non riesco a dimagrire perché il metabolismo lento è una maledizione divina!”

Oppure: “Ok, forse devo smettere di mangiare pizza quattro volte a settimana e iniziare a muovermi un po’ di più.”


Dai, facciamoci un favore: agiamo!

La soluzione è semplice (ma non facile): invece di perdere tempo a incolpare il mondo, facciamo qualcosa.

In ritardo? Inizia a partire prima.

Il tuo lavoro non ti piace? Prova a cambiare strada o migliorare le tue competenze.

Sei insoddisfatto della tua vita? Cambia le tue abitudini, non aspettare che lo faccia il destino per te.


Alla fine, la scelta è tra essere protagonisti o semplici spettatori delle nostre vite. E fidati, lo spettacolo è molto più bello quando sei tu a scrivere la sceneggiatura.

Quindi, la prossima volta che sei tentato di lamentarti, chiediti: “Sto facendo qualcosa per cambiare la situazione, o sto solo premendo il tasto ‘Replay’ della mia frustrazione?” Se è la seconda… beh, forse è il momento di alzarsi dalla sedia e fare qualcosa.


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